LEGGE recante "Disposizioni per il riordino della dirigenza
statale e per favorire lo scambio di esperienze e l'interazione tra pubblico e
privato"(testo approvato in via definitiva dalla Camera dei deputati il 19
giugno 2002, non ancora promulgato o pubblicato nella Gazzetta Ufficiale).
ART.
1.
(Modifica
all'articolo 1 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165).
1.
All'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono
aggiunte, in fine, le parole: "l'Agenzia per la rappresentanza negoziale
delle pubbliche amministrazioni (ARAN) e le Agenzie di cui al decreto
legislativo 30 luglio 1999, n. 300".
ART.
2.
(Delega
di funzioni dei dirigenti).
1.
All'articolo 17 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, dopo il comma 1
è aggiunto il seguente:
"1-bis.
I dirigenti, per specifiche e comprovate ragioni di servizio, possono delegare
per un periodo di tempo determinato, con atto scritto e motivato, alcune delle
competenze comprese nelle funzioni di cui alle lettere b), d) ed e) del comma 1
a dipendenti che ricoprano le posizioni funzionali più elevate nell'ambito
degli uffici ad essi affidati. Non si applica in ogni caso l'articolo 2103 del
codice civile".
ART.
3.
(Norme
in materia di incarichi dirigenziali e di ingresso dei funzionari
internazionali nella pubblica amministrazione).
1.
All'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165, sono apportate le
seguenti modificazioni:
a)
il comma 1 è sostituito dal seguente:
"1.
Per il conferimento di ciascun incarico di funzione dirigenziale si tiene
conto, in relazione alla natura e alle caratteristiche degli obiettivi
prefissati, delle attitudini e delle capacità professionali del singolo
dirigente, valutate anche in considerazione dei risultati conseguiti con
riferimento agli obiettivi fissati nella direttiva annuale e negli altri atti
di indirizzo del Ministro. Al conferimento degli incarichi e al passaggio ad
incarichi diversi non si applica l'articolo 2103 del codice civile";
b)
il comma 2 è sostituito dal seguente:
"2.
Tutti gli incarichi di funzione dirigenziale nelle amministrazioni dello Stato,
anche ad ordinamento autonomo, sono conferiti secondo le disposizioni del
presente articolo. Con il provvedimento di conferimento dell'incarico, ovvero
con separato provvedimento del Presidente del Consiglio dei ministri o del
Ministro competente per gli incarichi di cui al comma 3, sono individuati
l'oggetto dell'incarico e gli obiettivi da conseguire, con riferimento alle
priorità, ai piani e ai programmi definiti dall'organo di vertice nei propri
atti di indirizzo e alle eventuali modifiche degli stessi che intervengano nel
corso del rapporto, nonché la durata dell'incarico, che deve essere correlata
agli obiettivi prefissati e che, comunque, non può eccedere, per gli incarichi
di funzione dirigenziale di cui ai commi 3 e 4, il termine di tre anni e, per
gli altri incarichi di funzione dirigenziale, il termine di cinque anni. Gli
incarichi sono rinnovabili. Al provvedimento di conferimento dell'incarico
accede un contratto individuale con cui è definito il corrispondente
trattamento economico, nel rispetto dei princípi definiti dall'articolo 24. È
sempre ammessa la risoluzione consensuale del rapporto";
c)
al comma 3, le parole: "del ruolo unico" sono sostituite dalle
seguenti: "dei ruoli";
d)
il comma 4 è sostituito dal seguente:
"4.
Gli incarichi di funzione dirigenziale di livello generale sono conferiti con
decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro
competente, a dirigenti della prima fascia dei ruoli di cui all'articolo 23 o,
in misura non superiore al 50 per cento della relativa dotazione, agli altri
dirigenti appartenenti ai medesimi ruoli ovvero, con contratto a tempo
determinato, a persone in possesso delle specifiche qualità professionali
richieste dal comma 6";
e)
dopo il comma 4 è inserito il seguente:
"4-bis.
I criteri di conferimento degli incarichi di funzione dirigenziale di livello
generale, conferiti ai sensi del comma 4 del presente articolo, tengono conto
delle condizioni di pari opportunità di cui all'articolo 7";
f)
dopo il comma 5 sono inseriti i seguenti:
"5-bis.
Gli incarichi di cui ai commi da 1 a 5 possono essere conferiti, da ciascuna
amministrazione, entro il limite del 10 per cento della dotazione organica dei
dirigenti appartenenti alla prima fascia dei ruoli di cui all'articolo 23 e del
5 per cento della dotazione organica di quelli appartenenti alla seconda fascia,
anche a dirigenti non appartenenti ai ruoli di cui al medesimo articolo 23,
purché dipendenti delle amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, ovvero
di organi costituzionali, previo collocamento fuori ruolo, comando o analogo
provvedimento secondo i rispettivi ordinamenti.
5-ter.
I criteri di conferimento degli incarichi di direzione degli uffici di livello
dirigenziale, conferiti ai sensi del comma 5 del presente articolo, tengono
conto delle condizioni di pari opportunità di cui all'articolo 7";
g)
il comma 6 è sostituito dal seguente:
"6.
Gli incarichi di cui ai commi da 1 a 5 possono essere conferiti, da ciascuna
amministrazione, entro il limite del 10 per cento della dotazione organica dei
dirigenti appartenenti alla prima fascia dei ruoli di cui all'articolo 23 e
dell'8 per cento della dotazione organica di quelli appartenenti alla seconda
fascia, a tempo determinato ai soggetti indicati dal presente comma. La durata
di tali incarichi, comunque, non può eccedere, per gli incarichi di funzione
dirigenziale di cui ai commi 3 e 4, il termine di tre anni, e, per gli altri
incarichi di funzione dirigenziale, il termine di cinque anni. Tali incarichi
sono conferiti a persone di particolare e comprovata qualificazione
professionale, che abbiano svolto attività in organismi ed enti pubblici o
privati ovvero aziende pubbliche o private con esperienza acquisita per almeno
un quinquennio in funzioni dirigenziali, o che abbiano conseguito una
particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile
dalla formazione universitaria e postuniversitaria, da pubblicazioni
scientifiche o da concrete esperienze di lavoro maturate, anche presso
amministrazioni statali, in posizioni funzionali previste per l'accesso alla
dirigenza, o che provengano dai settori della ricerca, della docenza
universitaria, delle magistrature e dei ruoli degli avvocati e procuratori
dello Stato. Il trattamento economico può essere integrato da una indennità
commisurata alla specifica qualificazione professionale, tenendo conto della
temporaneità del rapporto e delle condizioni di mercato relative alle
specifiche competenze professionali. Per il periodo di durata dell'incarico, i
dipendenti delle pubbliche amministrazioni sono collocati in aspettativa senza
assegni, con riconoscimento dell'anzianità di servizio";
h)
il comma 7 è abrogato;
i)
il comma 8 è sostituito dal seguente:
"8.
Gli incarichi di funzione dirigenziale di cui al comma 3 cessano decorsi
novanta giorni dal voto sulla fiducia al Governo";
l)
il comma 10 è sostituito dal seguente:
"10.
I dirigenti ai quali non sia affidata la titolarità di uffici dirigenziali
svolgono, su richiesta degli organi di vertice delle amministrazioni che ne
abbiano interesse, funzioni ispettive, di consulenza, studio e ricerca o altri
incarichi specifici previsti dall'ordinamento, ivi compresi quelli presso i
collegi di revisione degli enti pubblici in rappresentanza di amministrazioni
ministeriali";
m)
al comma 12 è aggiunto, in fine, il seguente periodo: "Restano ferme le
disposizioni di cui all'articolo 2 della legge 10 agosto 2000, n. 246";
n)
dopo il comma 12 è aggiunto il seguente:
"12-bis.
Le disposizioni del presente articolo costituiscono norme non derogabili dai
contratti o accordi collettivi".
2.
All'articolo 21 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono apportate
le seguenti modificazioni:
a)
il comma 1 è sostituito dal seguente:
"1.
Il mancato raggiungimento degli obiettivi, ovvero l'inosservanza delle
direttive imputabili al dirigente, valutati con i sistemi e le garanzie di cui
all'articolo 5 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, comportano,
ferma restando l'eventuale responsabilità disciplinare secondo la disciplina
contenuta nel contratto collettivo, l'impossibilità di rinnovo dello stesso
incarico dirigenziale. In relazione alla gravità dei casi, l'amministrazione
può, inoltre, revocare l'incarico collocando il dirigente a disposizione dei
ruoli di cui all'articolo 23, ovvero recedere dal rapporto di lavoro secondo le
disposizioni del contratto collettivo";
b)
il comma 2 è abrogato.
3.
Al comma 1 dell'articolo 22 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, al
primo periodo, le parole: "comma 2" sono sostituite dalle seguenti:
"comma 1"; al secondo periodo, le parole: "del ruolo unico"
sono sostituite dalle seguenti: "dei ruoli" e le parole: "del
medesimo ruolo con le modalità stabilite dal regolamento di cui al comma 3 del
medesimo articolo" sono sostituite dalle seguenti: "dei medesimi
ruoli con le modalità stabilite da apposito regolamento emanato ai sensi
dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del
Ministro per la funzione pubblica, di concerto con il Ministro dell'economia e
delle finanze,".
4.
L'articolo 23 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, è sostituito dal
seguente:
"ART.
23 - (Ruolo dei dirigenti) - 1. In ogni amministrazione dello Stato, anche ad
ordinamento autonomo, è istituito il ruolo dei dirigenti, che si articola nella
prima e nella seconda fascia, nel cui ambito sono definite apposite sezioni in
modo da garantire la eventuale specificità tecnica. I dirigenti della seconda
fascia sono reclutati attraverso i meccanismi di accesso di cui all'articolo
28. I dirigenti della seconda fascia transitano nella prima qualora abbiano
ricoperto incarichi di direzione di uffici dirigenziali generali o equivalenti,
in base ai particolari ordinamenti di cui all'articolo 19, comma 11, per un
periodo pari almeno a cinque anni senza essere incorsi nelle misure previste
dall'articolo 21 per le ipotesi di responsabilità dirigenziale.
2.
È assicurata la mobilità dei dirigenti nell'ambito delle amministrazioni dello
Stato, anche ad ordinamento autonomo, nei limiti dei posti ivi disponibili. I
relativi provvedimenti sono adottati, su domanda dell'interessato, con decreto
del Ministro per la funzione pubblica, sentite l'amministrazione di provenienza
e quella di destinazione. I contratti o accordi collettivi nazionali
disciplinano, secondo il criterio della continuità dei rapporti e privilegiando
la libera scelta del dirigente, gli effetti connessi ai trasferimenti e alla
mobilità in generale in ordine al mantenimento del rapporto assicurativo con
l'ente di previdenza, al trattamento di fine rapporto e allo stato giuridico
legato all'anzianità di servizio e al fondo di previdenza complementare. La
Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica
cura una banca dati informatica contenente i dati relativi ai ruoli delle
amministrazioni dello Stato".
5.
L'articolo 28 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, è sostituito dal
seguente:
"ART.
28. - (Accesso alla qualifica di dirigente). - 1. L'accesso alla qualifica di
dirigente nelle amministrazioni statali, anche ad ordinamento autonomo, e negli
enti pubblici non economici avviene per concorso per esami indetto dalle
singole amministrazioni ovvero per corso-concorso selettivo di formazione
bandito dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione.
2.
Al concorso per esami possono essere ammessi i dipendenti di ruolo delle
pubbliche amministrazioni, muniti di laurea, che abbiano compiuto almeno cinque
anni di servizio, svolti in posizioni funzionali per l'accesso alle quali è
richiesto il possesso del diploma di laurea. Per i dipendenti delle
amministrazioni statali reclutati a seguito di corso-concorso, il periodo di
servizio è ridotto a quattro anni. Sono, altresí, ammessi soggetti in possesso
della qualifica di dirigente in enti e strutture pubbliche non ricomprese nel
campo di applicazione dell'articolo 1, comma 2, muniti del diploma di laurea,
che hanno svolto per almeno due anni le funzioni dirigenziali. Sono, inoltre,
ammessi coloro che hanno ricoperto incarichi dirigenziali o equiparati in
amministrazioni pubbliche per un periodo non inferiore a cinque anni, purché
muniti di diploma di laurea. Sono altresí ammessi i cittadini italiani, forniti
di idoneo titolo di studio universitario, che hanno maturato, con servizio
continuativo per almeno quattro anni presso enti od organismi internazionali,
esperienze lavorative in posizioni funzionali apicali per l'accesso alle quali
è richiesto il possesso del diploma di laurea.
3.
Al corso-concorso selettivo di formazione possono essere ammessi, con le
modalità stabilite nel regolamento di cui al comma 5, soggetti muniti di laurea
nonché di uno dei seguenti titoli: laurea specialistica, diploma di
specializzazione, dottorato di ricerca, o altro titolo post-universitario
rilasciato da istituti universitari italiani o stranieri, ovvero da primarie
istituzioni formative pubbliche o private, secondo modalità di riconoscimento
disciplinate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentiti il
Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e la Scuola
superiore della pubblica amministrazione. Al corso-concorso possono essere
ammessi dipendenti di ruolo delle pubbliche amministrazioni, muniti di laurea,
che abbiano compiuto almeno cinque anni di servizio, svolti in posizioni
funzionali per l'accesso alle quali è richiesto il possesso del diploma di
laurea. Possono essere ammessi, altresí, dipendenti di strutture private,
collocati in posizioni professionali equivalenti a quelle indicate nel comma 2
per i dipendenti pubblici, secondo modalità individuate con decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri, ai sensi dell'articolo 17, comma 3,
della legge 23 agosto 1988, n. 400. Tali dipendenti devono essere muniti del
diploma di laurea e avere maturato almeno cinque anni di esperienza lavorativa
in tali posizioni professionali all'interno delle strutture stesse.
4.
Il corso di cui al comma 3 ha la durata di quindici mesi ed è seguito, previo
superamento di esame, da un trimestre di applicazione presso amministrazioni
pubbliche o private. Al termine, i candidati sono sottoposti ad un
esame-concorso finale. Ai partecipanti al corso e al periodo di applicazione è
corrisposta una borsa di studio a carico della Scuola superiore della pubblica
amministrazione.
5.
Con regolamento emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23
agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro per la funzione pubblica sentita,
per la parte relativa al corso-concorso, la Scuola superiore della pubblica
amministrazione, sono definiti:
a)
le percentuali, sul complesso dei posti di dirigente disponibili, riservate al
concorso per esami e, in misura non inferiore al 30 per cento, al
corso-concorso;
b)
la percentuale di posti che possono essere riservati al personale di ciascuna
amministrazione che indíce i concorsi pubblici per esami;
c)
i criteri per la composizione e la nomina delle commissioni esaminatrici;
d)
le modalità di svolgimento delle selezioni, prevedendo anche la valutazione
delle esperienze di servizio professionali maturate nonché, nella fase di prima
applicazione del concorso di cui al comma 2, una riserva di posti non superiore
al 30 per cento per il personale appartenente da almeno quindici anni alla
qualifica apicale, comunque denominata, della carriera direttiva;
e)
l'ammontare delle borse di studio per i partecipanti al corso-concorso.
6.
I vincitori dei concorsi di cui al comma 2, anteriormente al conferimento del
primo incarico dirigenziale, frequentano un ciclo di attività formative
organizzato dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione e
disciplinato ai sensi del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 287. Tale
ciclo può comprendere anche l'applicazione presso amministrazioni italiane e
straniere, enti o organismi internazionali, istituti o aziende pubbliche o
private. Il medesimo ciclo formativo, di durata non superiore a dodici mesi,
può svolgersi anche in collaborazione con istituti universitari italiani o
stranieri, ovvero primarie istituzioni formative pubbliche o private.
7.
Le amministrazioni di cui al comma 1 comunicano annualmente alla Presidenza del
Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica il numero dei
posti disponibili riservati alla selezione mediante corso-concorso.
8.
Restano ferme le vigenti disposizioni in materia di accesso alle qualifiche
dirigenziali delle carriere diplomatica e prefettizia, delle Forze di polizia,
delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
9.
Per le finalità di cui al presente articolo, è attribuito alla Scuola superiore
della pubblica amministrazione un ulteriore contributo di 1.500 migliaia di
euro a decorrere dall'anno 2002.
10.
All'onere derivante dall'attuazione del comma 9, pari a 1.500 migliaia di euro
a decorrere dall'anno 2002, si provvede mediante corrispondente riduzione dello
stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2002-2004, nell'ambito
dell'unità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale"
dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per
l'anno 2002, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al
medesimo Ministero".
6.
È fatta comunque salva ad ogni effetto di legge la validità delle graduatorie
degli idonei di pubblici concorsi per l'accesso alle qualifiche di dirigente
nei limiti temporali previsti dalle norme vigenti.
7.
Fermo restando il numero complessivo degli incarichi attribuibili, le
disposizioni di cui al presente articolo trovano immediata applicazione
relativamente agli incarichi di funzione dirigenziale di livello generale e a
quelli di direttore generale degli enti pubblici vigilati dallo Stato ove è
prevista tale figura. I predetti incarichi cessano il sessantesimo giorno dalla
data di entrata in vigore della presente legge, esercitando i titolari degli
stessi in tale periodo esclusivamente le attività di ordinaria amministrazione.
Fermo restando il numero complessivo degli incarichi attribuibili, per gli
incarichi di funzione dirigenziale di livello non generale, può procedersi,
entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge,
all'attribuzione di incarichi ai sensi delle disposizioni di cui al presente
articolo, secondo il criterio della rotazione degli stessi e le connesse
procedure previste dagli articoli 13 e 35 del contratto collettivo nazionale di
lavoro per il quadriennio 1998-2001 del personale dirigente dell'Area 1.
Decorso tale termine, gli incarichi si intendono confermati, ove nessun
provvedimento sia stato adottato. In sede di prima applicazione dell'articolo
19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, come modificato dal comma 1
del presente articolo, ai dirigenti ai quali non sia riattribuito l'incarico in
precedenza svolto è conferito un incarico di livello retributivo equivalente al
precedente. Ove ciò non sia possibile, per carenza di disponibilità di idonei
posti di funzione o per la mancanza di specifiche qualità professionali, al
dirigente è attribuito un incarico di studio, con il mantenimento del
precedente trattamento economico, di durata non superiore ad un anno. La
relativa maggiore spesa è compensata rendendo indisponibile, ai fini del
conferimento, un numero di incarichi di funzione dirigenziale equivalente sul
piano finanziario, tenendo conto prioritariamente dei posti vacanti presso
l'amministrazione che conferisce l'incarico.
8.
Al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a)
all'articolo 15, comma 1, primo periodo, le parole: "del ruolo unico"
sono sostituite dalle seguenti: "dei ruoli";
b)
all'articolo 53, comma 1, dopo le parole: "10 gennaio 1957, n. 3,"
sono inserite le seguenti: "salva la deroga prevista dall'articolo 23-bis
del presente decreto,".
ART.
4.
(Concorsi
per la qualifica dirigenziale).
1.
A coloro i quali, anteriormente alla data di entrata in vigore del decreto
legislativo 29 ottobre 1998, n. 387, sono stati ammessi con riserva ai concorsi
banditi ai sensi dell'articolo 28, comma 2, del decreto legislativo 3 febbraio
1993, n. 29, si applicano i medesimi requisiti di accesso previsti dal citato
decreto legislativo n. 387 del 1998.
ART.
5.
(Personale
di cui all'articolo 69, comma 3, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.
165).
1.
Nei limiti del 50 per cento dei posti disponibili nell'ambito della dotazione
organica dei dirigenti di seconda fascia dei ruoli di ciascuna amministrazione,
il personale di cui all'articolo 69, comma 3, del decreto legislativo 30 marzo
2001, n. 165, in servizio alla data di entrata in vigore della presente legge,
è inquadrato, previo superamento di concorso riservato per titoli di servizio e
professionali, da espletarsi entro centottanta giorni dalla medesima data,
nella seconda fascia dirigenziale.
2.
Nelle amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, la
disposizione di cui al comma 1 si applica una volta effettuati gli
inquadramenti previsti dal regolamento di cui all'articolo 10, comma 2, della
presente legge, con decorrenza dalla data di entrata in vigore dello stesso
regolamento.
3.
Alle disposizioni di cui ai commi 1 e 2 si applica l'articolo 39 della legge 27
dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni.
ART.
6.
(Norme
in materia di incarichi presso enti, società e agenzie).
1.
Le nomine degli organi di vertice e dei componenti dei consigli di
amministrazione o degli organi equiparati degli enti pubblici, delle società
controllate o partecipate dallo Stato, delle agenzie o di altri organismi
comunque denominati, conferite dal Governo o dai Ministri nei sei mesi
antecedenti la scadenza naturale della legislatura, computata con decorrenza
dalla data della prima riunione delle Camere, o nel mese antecedente lo
scioglimento anticipato di entrambe le Camere, possono essere confermate,
revocate, modificate o rinnovate entro sei mesi dal voto sulla fiducia al
Governo. Decorso tale termine gli incarichi per i quali non si sia provveduto
si intendono confermati fino alla loro naturale scadenza. Le stesse disposizioni
si applicano ai rappresentanti del Governo e dei Ministri in ogni organismo e a
qualsiasi livello, nonché ai componenti di comitati, commissioni e organismi
ministeriali e interministeriali, nominati dal Governo o dai Ministri.
2.
Le nomine di cui al presente articolo conferite o comunque rese operative negli
ultimi sei mesi antecedenti la fine naturale della tredicesima legislatura,
nonché quelle conferite o comunque rese operative nel corso della
quattordicesima legislatura fino alla data di insediamento del nuovo Governo,
possono essere confermate, revocate, modificate o rinnovate entro sei mesi
dalla data di entrata in vigore della presente legge.
ART.
7.
(Modifiche
al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e al testo unico di cui al decreto
legislativo 18 agosto 2000, n. 267).
1.
Dopo l'articolo 23 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, è inserito il
seguente:
"ART.
23-bis. - (Disposizioni in materia di mobilità tra pubblico e privato). - 1. In
deroga all'articolo 60 del testo unico delle disposizioni concernenti lo
statuto degli impiegati civili dello Stato, di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3, i dirigenti delle pubbliche
amministrazioni, nonché gli appartenenti alla carriera diplomatica e prefettizia
e, limitamente agli incarichi pubblici, i magistrati ordinari, amministrativi e
contabili e gli avvocati e procuratori dello Stato possono, a domanda, essere
collocati in aspettativa senza assegni per lo svolgimento di attività presso
soggetti e organismi, pubblici o privati, anche operanti in sede
internazionale, i quali provvedono al relativo trattamento previdenziale. Resta
ferma la disciplina vigente in materia di collocamento fuori ruolo nei casi
consentiti. Il periodo di aspettativa comporta il mantenimento della qualifica
posseduta. È sempre ammessa la ricongiunzione dei periodi contributivi a
domanda dell'interessato, ai sensi della legge 7 febbraio 1979, n. 29, presso
una qualsiasi delle forme assicurative nelle quali abbia maturato gli anni di
contribuzione. Quando l'incarico è espletato presso organismi operanti in sede
internazionale, la ricongiunzione dei periodi contributivi è a carico
dell'interessato, salvo che l'ordinamento dell'amministrazione di destinazione
non disponga altrimenti.
2.
I dirigenti di cui all'articolo 19, comma 10, sono collocati a domanda in
aspettativa senza assegni per lo svolgimento dei medesimi incarichi di cui al
comma 1 del presente articolo, salvo motivato diniego dell'amministrazione di
appartenenza.
3.
Per i magistrati ordinari, amministrativi e contabili, e per gli avvocati e
procuratori dello Stato, gli organi competenti deliberano il collocamento in
aspettativa, fatta salva per i medesimi la facoltà di valutare ragioni ostative
all'accoglimento della domanda.
4.
Nel caso di svolgimento di attività presso soggetti diversi dalle
amministrazioni pubbliche, il periodo di collocamento in aspettativa di cui al
comma 1 non può superare i cinque anni e non è computabile ai fini del
trattamento di quiescenza e previdenza.
5.
L'aspettativa per lo svolgimento di attività o incarichi presso soggetti
privati o pubblici da parte del personale di cui al comma 1 non può comunque
essere disposta se:
a)
il personale, nei due anni precedenti, è stato addetto a funzioni di vigilanza,
di controllo ovvero, nel medesimo periodo di tempo, ha stipulato contratti o
formulato pareri o avvisi su contratti o concesso autorizzazioni a favore di
soggetti presso i quali intende svolgere l'attività. Ove l'attività che si
intende svolgere sia presso una impresa, il divieto si estende anche al caso in
cui le predette attività istituzionali abbiano interessato imprese che, anche
indirettamente, la controllano o ne sono controllate, ai sensi dell'articolo
2359 del codice civile;
b)
il personale intende svolgere attività in organismi e imprese private che, per
la loro natura o la loro attività, in relazione alle funzioni precedentemente
esercitate, possa cagionare nocumento all'immagine dell'amministrazione o
comprometterne il normale funzionamento o l'imparzialità.
6.
Il dirigente non può, nei successivi due anni, ricoprire incarichi che
comportino l'esercizio delle funzioni individuate alla lettera a) del comma 5.
7.
Sulla base di appositi protocolli di intesa tra le parti, le amministrazioni di
cui all'articolo 1, comma 2, possono disporre, per singoli progetti di
interesse specifico dell'amministrazione e con il consenso dell'interessato,
l'assegnazione temporanea di personale presso imprese private. I protocolli
disciplinano le funzioni, le modalità di inserimento e l'eventuale attribuzione
di un compenso aggiuntivo, da porre a carico delle imprese destinatarie.
8.
Il servizio prestato dai dipendenti durante il periodo di assegnazione
temporanea di cui al comma 7 costituisce titolo valutabile ai fini della
progressione di carriera.
9.
Le disposizioni del presente articolo non trovano comunque applicazione nei
confronti del personale militare e delle Forze di polizia, nonché del Corpo
nazionale dei vigili del fuoco.
10.
Con regolamento da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23
agosto 1988, n. 400, sono individuati i soggetti privati e gli organismi
internazionali di cui al comma 1 e sono definite le modalità e le procedure
attuative del presente articolo".
2.
All'articolo 101 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti
locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, dopo il comma 4,
è aggiunto il seguente:
"4-bis.
Le disposizioni di cui all'articolo 23-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001,
n. 165, si applicano ai segretari comunali e provinciali equiparati ai
dirigenti statali ai fini delle procedure di mobilità per effetto del contratto
collettivo nazionale di lavoro. Alla cessazione dell'incarico, il segretario
comunale o provinciale viene collocato nella posizione di disponibilità
nell'ambito dell'albo di appartenenza".
3.
Dopo l'articolo 17 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, è inserito il
seguente:
"ART.
17-bis. - (Vicedirigenza) - 1. La contrattazione collettiva del comparto
Ministeri disciplina l'istituzione di un'apposita area della vicedirigenza
nella quale è ricompreso il personale laureato appartenente alle posizioni C2 e
C3, che abbia maturato complessivamente cinque anni di anzianità in dette
posizioni o nelle corrispondenti qualifiche VIII e IX del precedente
ordinamento. In sede di prima applicazione la disposizione di cui al presente
comma si estende al personale non laureato che, in possesso degli altri
requisiti richiesti, sia risultato vincitore di procedure concorsuali per
l'accesso alla ex carriera direttiva anche speciale. I dirigenti possono
delegare ai vice dirigenti parte delle competenze di cui all'articolo 17.
2.
La disposizione di cui al comma 1 si applica, ove compatibile, al personale
dipendente dalle altre amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2,
appartenente a posizioni equivalenti alle posizioni C2 e C3 del comparto
Ministeri; l'equivalenza delle posizioni è definita con decreto del Ministro
per la funzione pubblica, di concerto con il Ministro dell'economia e delle
finanze. Restano salve le competenze delle regioni e degli enti locali secondo
quanto stabilito dall'articolo 27".
4.
Al comma 2 dell'articolo 40 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, dopo
il secondo periodo, è inserito il seguente: "I professionisti degli enti
pubblici, già appartenenti alla X qualifica funzionale, i ricercatori e i
tecnologi degli enti di ricerca, compresi quelli dell'ENEA, costituiscono,
senza alcun onere aggiuntivo di spesa a carico delle amministrazioni
interessate, unitamente alla dirigenza, in separata sezione, un'area
contrattuale autonoma, nel rispetto della distinzione di ruolo e
funzioni".
5.
Dalla disposizione di cui al comma 4 non devono derivare nuovi o maggiori oneri
a carico della finanza pubblica.
ART.
8.
(Semplificazione
delle procedure di collocamento fuori ruolo).
1.
L'articolo 1 della legge 27 luglio 1962, n. 1114, è sostituito dal seguente:
"ART.
1 - 1. Il personale dipendente delle amministrazioni pubbliche di cui
all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, può,
previa autorizzazione della Presidenza del Consiglio dei ministri -
Dipartimento della funzione pubblica, con decreto dell'amministrazione
interessata, d'intesa con il Ministero degli affari esteri e con il Ministero
dell'economia e delle finanze, essere collocato fuori ruolo per assumere un
impiego o un incarico temporaneo di durata non inferiore a sei mesi presso enti
o organismi internazionali, nonché esercitare funzioni, anche di carattere continuativo,
presso Stati esteri. Il collocamento fuori ruolo, il cui contingente non può
superare complessivamente le cinquecento unità, è disposto per un tempo
determinato e, nelle stesse forme, può essere rinnovato alla scadenza del
termine, o revocato prima di detta scadenza. Resta salvo quanto disposto
dall'articolo 32 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
2.
In attesa dell'adozione del provvedimento di cui al comma 1, può essere
concessa dall'amministrazione di appartenenza l'immediata utilizzazione
dell'impiegato presso gli enti od organismi internazionali che hanno richiesto
il collocamento fuori ruolo".
2.
Per i cittadini italiani collocati fuori ruolo ai sensi dell'articolo 1 della
legge 27 luglio 1962, n. 1114, come sostituito dal comma 1 del presente
articolo, fatte salve le disposizioni eventualmente più favorevoli previste
dalle amministrazioni di appartenenza, il servizio prestato presso enti,
organizzazioni internazionali o Stati esteri è computato per intero ai fini
della progressione della carriera, dell'attribuzione degli aumenti periodici di
stipendio e, secondo le modalità stabilite dalla medesima legge 27 luglio 1962,
n. 1114, del trattamento di quiescenza e previdenza, nonché ai fini della
valutazione dei titoli.
3.
All'articolo 1, comma 124, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, dopo le
parole: "o di fuori ruolo" sono inserite le seguenti: "o svolge
altra forma di collaborazione autorizzata".
ART.
9.
(Accesso
di dipendenti privati allo svolgimento di incarichi e attività internazionali).
1.
È istituito, presso il Ministero degli affari esteri, un elenco per
l'iscrizione delle imprese private che siano disposte a fornire proprio
personale di cittadinanza italiana, per ricoprire posti o incarichi nell'ambito
delle organizzazioni internazionali.
2.
Per l'iscrizione all'elenco di cui al comma 1, le imprese interessate inoltrano
al Ministero degli affari esteri le richieste di iscrizione indicando
espressamente:
a)
l'area di attività in cui operano;
b)
gli enti od organismi internazionali di interesse;
c)
i settori professionali ed il numero massimo di candidati che intendono
fornire;
d)
l'impegno a mantenere il posto di lavoro senza diritto al trattamento economico
al proprio personale chiamato a ricoprire posti o incarichi presso enti o
organismi internazionali, con eventuale indicazione della durata massima
dell'aspettativa.
3.
La nomina del dipendente di imprese iscritte nell'elenco di cui al comma 1
avviene, nei limiti dei posti vacanti, sulla base di professionalità, esperienza
e conoscenze tecnico-scientifiche possedute, e la relativa nomina deve essere
motivata sulla base della carenza, alle dipendenze della pubblica
amministrazione, di personale che disponga di analoghe caratteristiche e può
essere disposta solo a tempo determinato, non superiore a tre anni, non
rinnovabile.
4.
Gli incarichi di cui al comma 3 non danno luogo all'attribuzione di alcuna
indennità o emolumento, comunque denominato, da parte delle amministrazioni
pubbliche italiane.
ART.
10.
(Disposizioni
di attuazione).
1.
Con uno o più regolamenti adottati con decreto del Ministro per la funzione
pubblica, di concerto con il Ministro degli affari esteri e con il Ministro
dell'economia e delle finanze, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge
23 agosto 1988, n. 400, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della
presente legge, sono definite le modalità e le procedure attuative
dell'articolo 28, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, come
sostituito dall'articolo 3, comma 5, della presente legge, nonché degli
articoli 8 e 9 della presente legge.
2.
Con regolamento, da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23
agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro per la funzione pubblica, di
concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro tre mesi dalla
data di entrata in vigore della presente legge, sono disciplinati: le modalità
di istituzione, l'organizzazione e il funzionamento dei ruoli dei dirigenti
delle amministrazioni dello Stato nonché le procedure e le modalità per
l'inquadramento, nella fase di prima attuazione, dei dirigenti di prima e
seconda fascia del ruolo unico nei ruoli delle singole amministrazioni, fatta
salva la possibilità per il dirigente di optare per il rientro nell'amministrazione
che ne ha effettuato il reclutamento tramite procedura concorsuale; le modalità
di utilizzazione dei dirigenti ai quali non sia affidata la titolarità di
uffici dirigenziali; le modalità di elezione del componente del comitato dei
garanti di cui all'articolo 22 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165,
come modificato dall'articolo 3, comma 3, della presente legge. Alla data di
entrata in vigore di tale regolamento è abrogato il regolamento di cui al
decreto del Presidente della Repubblica 26 febbraio 1999, n. 150.
3.
La disciplina relativa alle disposizioni di cui al comma 3 dell'articolo 7, che
si applicano a decorrere dal periodo contrattuale successivo a quello in corso
alla data di entrata in vigore della presente legge, resta affidata alla contrattazione
collettiva, sulla base di atti di indirizzo del Ministro per la funzione
pubblica all'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche
amministrazioni (ARAN) anche per la parte relativa all'importo massimo delle
risorse finanziarie da destinarvi.
ART. 11.
(Norma finale).
1.
In tutte le disposizioni di legge, di regolamento e contrattuali nelle quali è
espressamente o implicitamente richiamato il ruolo unico dei dirigenti, tale
richiamo va inteso come effettuato ai ruoli dei dirigenti delle singole
amministrazioni.
V.
in precedenza in questa Rivista Internet:
DISEGNO
DI LEGGE di riforma della dirigenza n. 1696 (atti Camera) presentato alla
Camera dei Deputati il 2 ottobre 2001, con in calce la relazione introduttiva.
DISEGNO
DI LEGGE approvato dalla Camera dei deputati il 23 gennaio 2002.
L.
OLIVERI, Primissime considerazioni sulla riforma della dirigenza.
Id.,
Le principali novità della riforma della dirigenza pubblica.
Id.,
Considerazioni sulla vice dirigenza nel testo del disegno di legge esitato
dalla Camera.
R.
DEL VECCHIO, Riordino della dirigenza pubblica ed istituzione dell'area dei
quadri intermedi nel pubblico impiego: un'occasione da non sprecare.
Id.,
La riforma della dirigenza pubblica: un'occasione (per ora) sprecata.
M.
MIGUIDI, Dirigenti a tempo determinato ed alte specializzazioni, tra
imparzialità e spoil system.
G.
VIRGA, Chi di spoil system ferisce...